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Giù le Maschere
Il bene è in ognuno di noi

Calare la maschera…
Per non temere di dire che voglio essere amato
Per poter scegliere i miei amici senza essere condizionato.
Per poter dire di No senza timore.
Per accogliere gli altri, diversi da me.
Per dare tutto me stesso per un ideale.
Per essere “SHALEM”
- completo con me stesso
e ottenere “SHALOM”
- la pace con il mondo che mi circonda.

Autore : Angelica Edna Calò Livnè

Prezzo : Euro 10,00
- di cui 1 Euro di ogni copia venduta sarà devoluto dal'Editore alla "Fondazione Beresheet La'Shalom".

Pagine.: 120
Formato: cm 11,5 x 19,5
ISBN 88-88016-72-4

© Proedi Editore 2005

Chi ha avuto la fortuna di vedere più di mille adolescenti milanesi partecipare allo spettacolo di Angelica e del suo teatro dell’Arcobaleno con i telefonini a far luce come candele nel buio, può capire la forza del messaggio che Angelica ha lanciato dalla Galilea dove vive con la sua bellissima famiglia.

Giù le maschere è il grido che colpisce il cuore dei ragazzi (e di tutti coloro che sono ancora giovani di spirito).
Sasa è il nome del kibbutz di Angelica, qui i profeti biblici lasciarono i loro messaggi e Sasa significa in ebraico punta della spiga.

E la spiga è il simbolo della unione dell’uomo con la natura: natura benigna che porta i suoi frutti grazie alla pace e al lavoro in comune.

Più il lavoro sarà stato armonioso e più le spighe porteranno grano e ricchezza.
E dal grano l’opera dell’uomo creerà il pane simbolo universale di pace.
Ma per arrivare alla concordia necessaria affinché il pane sia buono e sufficiente per tutti il messaggio di Angelica è “giù le maschere”.

Senza questo atto che significa abbattere ogni pregiudizio e aprire al prossimo il proprio cuore il pane sarà scarso e indigesto e ognuno si ritirerà nella propria caverna in preda alla paura del prossimo.

Andrea Jarach
Editore

Angelica Edna Calò Livné vive da quasi trent’anni in Israele, a Sasa, un kibbutz della Galilea.
Aveva vent’anni quando ha deciso di lasciare Roma, i suoi genitori e i suoi amici per andare in quella terra promessa. E là ha dato vita a una serie di progetti bellissimi e allo stesso tempo faticosisissimi e difficili, ma così carichi di emozioni e di messaggi che difficilmente chi ha avuto modo di venirne a conoscenza o addirittura a prendervi parte ne è rimasto indifferente. Anzi. Angelica ha fede. Quella fede incrollabile che le ha permesso di credere nonostante tutto e tutti di costruire intorno a sé e fuori di sé un’oasi di ottimismo e di pace. La sua fede, nella pratica, si è tradotta in un Teatro dell’Arcobaleno, una compagnia di ragazzi ebrei, cattolici e musulmani che al grido di “giù le maschere”, stanno divulgando pace, fratellanza e abbattendo i muri del pregiudizio e dell’incomprensione.

Chi ha avuto la fortuna di vedere più di mille adolescenti milanesi partecipare allo spettacolo di Angelica e del suo Teatro dell’Arcobaleno con i telefonini a far luce come candele nel buio, può capire la forza del messaggio che arriva dalla Galilea.

Sasa è il nome del kibbutz di Angelica e in ebraico Sasa significa “punta della spiga”. La spiga è il simbolo dell’unione dell’uomo con la Natura. Natura benigna, che porta i suoi frutti grazie alla pace e al lavoro in comune. E più il lavoro è armonioso, più le spighe porteranno grano e ricchezza. E dal grano l’opera dell’uomo creerà il pane, simbolo universale di pace. Allora, affinché il pane sia buono, e dolce, e profumato, gridiamo insieme ad Angelica e ai suoi ragazzi “giù le maschere” e apriamo i nostri cuori al nostro prossimo.

ISBN 88-88016-72-4
€ 10,00

per ogni copia acquistata
L’editore devolverà 1 Euro alla Fondazione Beresheet LaShalom
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