Il 4 settembre,
Giornata europea della cultura ebraica,
in anteprima al Festival del Cinema di
Venezia il trailer del film di
animazione fotorealistica 3D Cara Anne
di Dario Picciau: la punta più avanzata
delle tecnologie di animazione per dire
no all'antisemitismo, ai pregiudizi e
alla guerra. La stessa sera, Anne in the
Sky, spettacolo in teatro danza per
ricordare la Shoah e indicare ai giovani
la via della pace e del dialogo fra i
popoli: gli interpreti della performance
- i Ragazzi dell'Arcobaleno - sono ebrei,
cristiani e musulmani che recitano e
danzano insieme. Infine, sempre a
Venezia, durante il festival,
presentazione del libro Le 100 Anne
Frank di Roberto Malini: cento vicende
di donne nella Shoah, che erano tutte
ebree e si chiamavano come l'autrice del
Diario: Anne Frank.
Le iniziative a Venezia legate ad Anne
Frank vantano i più importanti patrocini:
l’alto patronato della Presidenza della
Repubblica; i patrocini del Ministero
dei Beni Culturali e del Comune di
Venezia; i patrocini e il sostegno della
Task Force della Shoah (20 governi fra
cui gli Usa); i patrocini culturali e
scientifici di Yad Vashem - il più
importante istituto di ricerca sulka
Shoah – e Beit Lohamei Hagetaot.
Il 4 settembre 2005, Giornata europea
della cultura ebraica, il regista Dario
Picciau, l'autore Roberto Malini, il
produttore Andrea Jarach, gli artisti e
i dirigenti della 263 Films saranno a
Venezia, la "città degli ebrei", dove
alle 18 presenteranno il teaser-trailer
del film Cara Anne al Lido, nell'àmbito
della 62a Mostra del Cinema. Sono
immagini esclusive in digital reality,
che restituiranno al mondo dopo
sessant'anni i movimenti, la fisionomia
e perfino il sorriso di Anne Frank
nell'Alloggio Segreto. La sera, al
Teatro Fondamenta Nuove, sarà ancora
celebrata la memoria di Anne Frank con
la performance in teatro danza Anne in
the Sky, scritta da Roberto Malini (scrittore
e sceneggiatore patrocinato dai più
importanti musei dell'Olocausto) insieme
ad Angelica Calò (candidata al Premio
Nobel per la Pace 2005) e che sarà
interpretata dai ragazzi dell'Arcobaleno,
tutti israeliani: ebrei, cristiani e
musulmani insieme. Venezia è la città
ideale per ricordare Anne Frank e
l'Olocausto. A Venezia, nel 1516, fu
istituito il primo ghetto, parola che
deriva proprio dal nome di una fonderia
veneziana (ghéto significa in dialetto "getto"
ovvero colata, la colata del metallo
fuso). Quell'anno il Concilio dei Dieci
stabilì che gli ebrei di Venezia fossero
confinati in quel quartiere, su un
isolotto di Cannaregio.
Per uscire dal ghetto, dovevano portare
una "O" gialla sulla schiena e - se la
coprivano con un mantello - un turbante
rosso o, successivamente, giallo. Fra le
poche attività che erano consentite agli
abitanti del ghetto vi erano il
commercio di tessuti, il prestito di
denaro e la medicina (i medici ebrei
erano conosciuti e rispettati ovunque
per le loro conoscenze e la loro abilità
professionale). Nel ghetto si trovano
ancora cinque sinagoghe e un Museo
Ebraico che racconta attraverso i suoi
preziosi reperti la lunga vicenda degli
ebrei di Venezia. Nel 1600 la
Serenissima si distinse ancora per le
sue disposizioni discriminatorie, quella
volta contro il popolo degli zingari,
l'omicidio dei cui membri venne
depenalizzato. Nel frattempo la città è
cambiata e ci auguriamo che accolga con
amore la memoria - celebrata dagli
strumenti dell'arte - di Anne Frank,
simbolo dei milioni di vittime della
Shoah.
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